Arturo

Arturo

di e con Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich

scena Fiammetta Mandich
suono Dario Costa
luci Marco Guarrera
illustrazioni Margherita Nardinocchi
grafica Clarice, Simone Galli
foto Simone Galli, Elisa Nocentini
assistenza e cura Anna Ida Cortese
produzione Florian Metateatro, Rueda/Habitas

con il contributo di Associazione Scenario || Teatro Due Mondi || ACS – Abruzzo Circuito Spettacolo || Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello – Capotrave / Kilowatt Sansepolcro)
residenza produttiva Carrozzerie | n.o.t.
con il sostegno di Teatro di Roma – Teatro Nazionale

Spettacolo Vincitore del Premio Scenario Infanzia 2020
e Finalista Premio In-Box 2021 

Arturo non è mio padre / Arturo non è neanche mio padre
Arturo non è un padre
Arturo è una stella
Arturo è una delle stelle più luminose del cielo / Arturo è la prima stella che si vede al tramonto
Le stelle nascono, vivono, muoiono / Proprio come i padri
Morendo lasciano dei residui / Proprio come i padri
Il nostro residuo è la memoria

Arturo non è uno spettacolo, bensì un accadimento, un incontro. È nato durante un viaggio in Puglia, d’estate, in un pessimo ristorante. Qui Niccolò ha manifestato a Laura il desiderio di costruire insieme un lavoro che avesse come tema il rapporto con i propri padri, con la perdita dei propri padri e che fossero proprio lui e Laura in scena, pur essendo autori e non attori.
Arturo è così diventato la forma della loro memoria, in cui i racconti, i giochi, le date, gli aneddoti, le parole si sono trasformati in pezzi, per la precisione dodici, di un grande puzzle.
Un gioco a cui gli spettatori non solo assistono come testimoni, ma sono anche invitati a partecipare attivamente: alcuni scrivono un proprio pensiero sul padre, mentre altri scrivono i titoli delle scene sui pezzi di puzzle, aggiungendo qualcosa di personale intorno alla figura del padre.
Qual è il rapporto con i padri e cosa resta (resterà) alla loro scomparsa?
I pezzi capovolti vengono poi disposti nello spazio e svelati casualmente, così che le scene possano agire come i ricordi: arrivano all’improvviso, senza poterli prevedere.
Arturo ha quindi una struttura mutevole, non replicabile e dalle “infinite” combinazioni: l’ordine delle scene nelle varie repliche sarà sempre differente.
Arturo vuole trasformare il dolore in atto creativo, con l’intento di rendere una memoria privata collettiva e universale.

teatro d’attorə

dai 12 anni

«Arturo affronta in modo sobrio e composto il dolore per la morte del padre senza mai scadere nella retorica e riunendo in un’emozione autentica le nuove generazioni e il pubblico adulto. Un teatro di verità che, grazie all’autenticità dei due protagonisti, rende incerto il confine della rappresentazione.»
Motivazione della Giuria del Premio Scenario Infanzia 2020
«Prende vita una nuova concezione di teatro [...] dal grande impatto emotivo.»
«Una scena che accoglie nuove architetture di racconto.»
«Cornice quasi brechtiana in cui spiegarci, chiedere, ipotizzare, comprendere, perdonare.»
«Geniale e straziante.»
«Un tema che tocca le corde di ognuno di noi, con i propri ricordi, con i propri dolori, con i propri addii.»
«Drammaturgia snella e vivace.»

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