VARIAZIONI ERNAUX
je me souviens trois hommes
Tre donne in scena per raccontarne una in cui tutte possono riconoscersi: la parola essenziale, potente e viscerale di Annie Ernaux a teatro
crediti
dall’opera letteraria di Annie Ernaux – Premio Nobel 2022 per la Letteratura
traduzioni Lorenzo Flabbi, Idolina Landolfi
da un’idea di Francesca Fava
drammaturgia e interpretazione Francesca Fava, Arianna Ninchi, Anna Paola Vellaccio
voce fuoricampo Giovanni Orlandi
regia Anna Paola Vellaccio
assistente alla regia Chiara Sanvitale
cura Giulia Basel
luci Andrea Micaroni
fonica Globster
collaborazione a costumi e oggetti Miriam Di Domenico
ufficio stampa Marzia Spanu
foto di scena Mara Patricelli
video Alessio Tessitore
grafica Clarice
produzione Florian Metateatro – Centro di Produzione Teatrale
Si ringrazia il Teatro Vascello di Roma, la Casa Internazionale delle Donne di Roma, L’Orma Editore
prima assoluta
domenica 29 settembre 2024
Teatro San Leonardo
via Camillo Benso Conte di Cavour, 9 – Viterbo
all’interno del Festival Quartieri dell’Arte
debutto
sabato 12 e domenica 13 ottobre 2024
Teatro della Tosse
Piazza Renato Negri, 6 – Genova
https://teatrodellatosse.it/eventi/variazioni-ernaux/
“Variazioni Ernaux. Je me souviens trois hommes” è nato dall’immersione delle tre protagoniste nella scrittura di Annie Ernaux, premio Nobel 2022 “per il coraggio e l’acutezza clinica con cui ha svelato le radici, gli straniamenti e i vincoli collettivi della memoria personale”.
Il primo esito di questo studio appassionato, è stato un ciclo di letture sceniche a tre voci al Teatro Vascello di Roma per la rassegna Curiosità letterarie, nell’aprile 2023, in cui è stato restituito l’io intimo dell’autrice attraverso passaggi significativi da dieci suoi romanzi. Nel 2024, al Florian Metateatro di Pescara, il progetto si sviluppa in scrittura scenica focalizzandosi su tre libri: La donna gelata (2021), Passione semplice (2013), Il Ragazzo (2022).
Ne è emersa una biografia sentimentale, segreta e tormentata, una sorta di confessione che racconta l’innamoramento congelato nel matrimonio, la dipendenza amorosa di una nuova struggente passione, e la relazione anticonvenzionale con un giovane nella maturità della scrittrice.
Sulla scena appaiono le tre età di una donna: una donna che ricorda i suoi uomini. Le storie si intrecciano in un unico ambiente: le stanze della memoria. Qui abitano le interpreti, senza mai uscire di scena e costruendo rapporti strettamente legati al dispositivo temporale: la più giovane (Arianna Ninchi), cioè la protagonista nel passato, non vede le altre due, che sono il suo futuro; la mediana (Francesca Fava) non vede la più grande (Anna Paola Vellaccio), che invece si relaziona ad entrambe.
Lo spettacolo ha debuttato al Teatro San Leonardo di Viterbo per il Festival Quartieri dell’Arte il 29 settembre 2024 e a Genova al Teatro della Tosse il 12 e 13 ottobre.
note di regia
Tutta l’opera di Annie Ernaux è autobiografica, infatti quasi tutti i suoi libri sono scritti in prima persona. Ma quanto più scende nei particolari che appartengono alla sua vita e alle sue esperienze, tanto più queste storie diventano universali, e ci si può ritrovare. Questa è la sua grandezza. La sua scrittura che appare semplice e piana è in realtà molto meditata, e accurata. Nel racconto non tralascia particolari scomodi, anzi da questi partono le sue riflessioni, rielaborazioni lucide dei sentimenti e degli accadimenti.
Gli anni, che non è scritto in prima persona, e lo si potrebbe definire un romanzo generazionale, in Francia è nelle antologie scolastiche. Lei stessa è una professoressa e ha continuato l’insegnamento anche dopo che i suoi libri hanno cominciato ad avere successo. In Francia pubblica con Gallimard, in Italia è pubblicata da L’ORMA, di Lorenzo Flabbi che ha anche tradotto quasi tutti i suoi libri.
Noi abbiamo tratto i testi da La donna gelata, in cui parla dell’incontro con suo marito e del matrimonio; da Passione semplice in cui racconta la passione ossessiva per un uomo con cui aveva fugaci incontri pomeridiani, durata due anni (ultimamente ha pubblicato i suoi diari di quel periodo dal titolo Perdersi); e infine da Il ragazzo in cui è descritta la relazione che ha avuto con un ragazzo “scoperchiatore del tempo” di quasi trent’anni più giovane di lei, relazione che termina con la stesura de L’evento, libro in cui racconta il suo aborto clandestino quando era studentessa nel ‘64, da cui è stato tratto un film nel 2021 dal titolo La scelta di Anne – L’événement, Leone d’oro come miglior film a Venezia 78.
Nello spettacolo ci sono le parole di Annie Ernaux da cui abbiamo costruito le immagini sceniche, tre sue storie con uomini diversi, in età diverse della sua vita, a cui noi attrici diamo voce. L’impianto dello spettacolo è semplice, i tre racconti si intrecciano in un unico ambiente, la nostra casa o stanze della memoria, che abitiamo senza uscire di scena, ma avendo relazioni tra noi a senso unico, ovvero la più giovane (Arianna Ninchi), cioè quella del passato, non vede le altre due che sono il suo futuro, la mediana (Francesca Fava) non vede la terza, e l’ultima che sarebbe la più grande (io, Anna Paola Vellaccio), vede e interviene sulle altre due.
Che questo gioco per far capire che si tratti sempre della stessa donna, Annie, si comprenda o meno, lo spettacolo è fruibilissimo. Le donne in particolare trovano molti spunti in cui identificarsi.
Ma attraverso la narrazione di queste vicende legate al mondo sentimentale, si possono leggere in filigrana anche i temi che Ernaux affronta più approfonditamente in altri suoi libri: il suo percorso di emancipazione sociale e culturale, dalle sue origini popolari e provinciali al suo entrare nel mondo borghese e intellettuale della capitale. La sua crescita e maturazione umana, che passa attraverso gli studi, la famiglia, il lavoro, il femminismo e l’impegno. E attraverso l’amore e la sensualità, perché nulla è disgiunto nella vita di questa donna (di ogni donna) che attraversa il ‘secolo breve’ per “scoprirsi felice di entrare sola e libera nel terzo millennio”.
Anna Paola Vellaccio
Francesca Fava
Dopo il diploma presso la scuola del teatro Stabile di Torino, debutta al teatro Argentina di Roma con Luca Ronconi. A teatro è diretta, tra gli altri, da Ruggero Cappuccio, Giancarlo Nanni, Alessandro Berdini, Pippo di Marca. Al cinema è stata diretta da Pupi Avati, Emidio Greco, in televisione da Luca Barbareschi, Sergio Rubini, Marco Barzini, in radio da Graziano Piazza. Dal 2011 è regista per il laboratorio teatrale dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.
Arianna Ninchi
Studia recitazione presso il DAMS di Bologna. A teatro è diretta, tra gli altri, da suo padre, Arnaldo Ninchi, e da Piero Maccarinelli, Antonio Calenda, Ennio Coltorti, Gianfranco Calligarich, Anna Redi, Monica Nappo, Francesco Suriano. Al cinema ha lavorato per Francesco Falaschi, Daniele Misischia, Leonardo Pieraccioni, Stefano Mordini, Filippo Bologna, Marco Spagnoli. Nel 2024 le viene assegnato il Premio per il Teatro Franco Cuomo International Award X edizione.
Anna Paola Vellaccio
Laureata con lode al Dams di Bologna, debutta in teatro con il Florian Teatro Stabile di Innovazione di Pescara, con cui collabora costantemente. A teatro è diretta tra gli altri da Claudio Collovà, Giorgio Marini, Enrico Frattaroli, Roberto Latini, Fabrizio Arcuri, Pippo Di Marca, Gianluca Iumiento, Maurizio Scaparro, al cinema da Alex Infascelli, Emidio Greco e in televisione da Donatella Maiorca, in radio con Marco Baliani. Nel 2023 ha ideato, diretto e partecipato in scena “La Scuola di Herat in esilio” con un gruppo di studentesse afghane della Sapienza Università di Roma, rappresentato in diversi luoghi in Italia.
Annie Ernaux
Nata a Lillebonne nel 1940 è una delle voci più autorevoli del panorama culturale francese. Considerata un classico contemporaneo, è amata da generazioni di lettrici e lettori. Nel 2022 è stata insignita del Premio Nobel per la letteratura. Ha esordito con il romanzo Les armoires vides (1974; trad. it. 1996), cui ha fatto seguito una vasta e raffinata produzione dove i temi intimisti si alternano e si intrecciano a potenti sintesi storiche e sociologiche. Citiamo: La femme gelée (1981; trad. it. 2021), La place (1983; trad. it. 2014), Une femme (1988; trad. it. Una vita di donna, 1988), Je ne suis pas sortie de ma nuit (1997; trad. it. 1998), La honte (1997; trad. it. 2018), L’événement (2000; trad. it. 2019), Se perdre (2001; trad. it. 2023), Les années (2008; trad. it. 2015, Premio Strega Europeo 2016), L’autre fille (2011; trad. it. 2016), Regarde les lumières mon amour (2014; trad. it. 2022), Mémoire de fille (2016; trad. it. 2017) e il racconto Le jeune homme (2022; trad. it. 2022).
Florian Metateatro
Il Florian Metateatro Centro di Produzione Teatrale per la ricerca e sperimentazione è un organismo riconosciuto e sostenuto dal MiC-Ministero della Cultura fin dal 1980, dalla Regione Abruzzo e dal Comune di Pescara, città dove ha la sua sede, diretto da Giulia Basel con la codirezione di Pippo Di Marca e Massimo Vellaccio.
Il Florian Metateatro opera nel campo della creazione artistica e della promozione culturale, attraverso produzioni e programmazioni di teatro contemporaneo e d’autore che hanno visto susseguirsi i maggiori nomi del teatro di ricerca italiano e non solo (basti citare Leo De Berardinis, Sandro Lombardi, Roberto Latini, Emma Dante, Marco Baliani, Remondi e Caporossi, Carlo Quartucci, Serena Sinigaglia, Babilonia Teatri, Tagliarini/De Florian, Motus, Muta Imago, Franco Dragone, Bruce Myers, Judith Malina) e con progetti di ospitalità e residenze a sostegno delle compagnie più giovani.
A partire dal 1998 il Florian dedica una sempre maggiore attenzione anche nei confronti del teatro per l’infanzia e la gioventù sia attraverso un lavoro di ospitalità che di produzione. Con le sue molteplici attività il Florian Metateatro si configura come sicuro punto di riferimento per il nuovo teatro, e non solo, nel Centro-Italia Adriatico.
Dal 2018 è riconosciuto dal MiC e dalla Regione Abruzzo, titolare della Residenza per Artisti OIKOS.
Suoi spettacoli sono stati invitati e presentati in importanti manifestazioni e Festival Internazionali quali La Biennale di Venezia, Napoli Teatro Festival Italia, Avignon Festival In, Taormina Arte, Festival d’Automne Parigi, Città Invisibili Stoccolma, FITA Festival di Theatre Action in Belgio e in Francia con una coproduzione Florian e Thèatre du Campus, MittelFest di Cividale, Festuge Odin Teatret di Holstebro Danimarca, Università di Toronto e Hamilton Canada, FILO di Londrina Brasile, Salisburgo-Istituto Italiano di Cultura, Parigi-Théatre du Rond-Point, Festival de Otoño di Madrid, Festival Corti-Au bord de l’eau di La Louvière Belgio, tournée in Croazia e Slovenia in coproduzione col Teatro Nazionale di Fiume.
parlano di noi
su la Repubblica
Letizia Chiarlone su teatroecritica
Luca Lattanzi su Media & Sipario
Dopo un applaudito debutto “festivaliero”, le Variazioni si spostano al Teatro della Tosse di Genova
Lo spettacolo è nato dall’immersione delle tre protagoniste (Francesca Fava, Arianna Ninchi e Anna Paola Vellaccio, quest’ultima anche regista) nella scrittura essenziale, potente e viscerale di Annie Ernaux, premio Nobel per la Letteratura 2022 con la seguente motivazione: “per il coraggio e l’acutezza clinica con cui ha svelato le radici, gli straniamenti e i vincoli collettivi della memoria personale”.
Primo esito di questo studio appassionato, nell’aprile 2023, un ciclo di letture sceniche a tre voci al Teatro Vascello di Roma, per la rassegna Curiosità letterarie, in cui è stato restituito l’io intimo dell’autrice attraverso passaggi significativi da dieci suoi romanzi. Successivamente, nel 2024, al Florian Metateatro di Pescara, il progetto si è sviluppato in scrittura scenica focalizzandosi su tre libri: La donna gelata (2021), Passione semplice (2013), Il Ragazzo (2022). Ne è emersa una biografia sentimentale, segreta e tormentata, una sorta di confessione, che racconta l’innamoramento congelato nel matrimonio (Arianna Ninchi), la dipendenza amorosa di una nuova e struggente passione (Francesca Fava), la relazione con un giovane nella maturità della scrittrice (Anna Paola Vellaccio). Sulla scena tre età di una stessa donna che ricorda i suoi uomini, attraverso un racconto a tre voci, comunque riconducibili a un’unica persona, in rappresentanza di tante, tantissime altre.
Arianna Ninchi è la giovane studentessa che decide di mettere su casa con un coetaneo. All’innamoramento dei primi momenti si sostituisce la piattezza del quotidiano, con un marito che si rileva immediatamente poco attento e collaborativo. Il bimbo che arriverà porterà con sé una gioia che si scontra con la mancanza di stimoli personali e riconoscimenti, soprattutto in casa. Francesca Fava è la donna adulta, appassionata amante di A. Vive in attesa della sua telefonata e delle giornate passate a letto nella sua casa, fino a quando A scompare, per farsi nuovamente vivo solo dopo 2 anni. Anna Paola Vellaccio è la donna matura che decide di sfidare le convenzioni sociali e intrattiene una relazione prima sessuale poi affettiva con un ragazzo di 30 anni più giovane.
Tre diverse modalità per affrontare un unico problema – la scarsa “attenzione” del maschile verso il femminile – che non sembra trovare soluzione, ma che spesso, troppo, sfocia in tragedie talmente ravvicinate l’una all’altra da costituire una facile e preoccupante assuefazione.