Scenari Europei 2025

Scenari Europei 2025

Scenari Europei – un giovane festival sta a cavallo dell’equinozio, ultima delle programmazioni estive e preludio alle stagioni autunnali.

Con occhio esperto ma ben puntato al futuro, è una finestra sulle giovani generazioni e sui multiformi linguaggi artistici, nel pieno dello spirito di ricerca e sperimentazione che da sempre abita gli ambienti del Florian Espace.

Scenari Europei – un giovane festival, ideato e promosso dal Florian Metateatro – Centro di Produzione Teatrale, con la direzione artistica di Giulia Basel e Massimo Vellaccio, è ormai un punto di riferimento per lə giovani artistə del teatro, della musica, della danza e della videoarte nonché per tutto il pubblico aperto ai nuovi sguardi che, di settembre in settembre, viene accompagnato, da uno spettacolo all’altro, da un momento di musica ad uno di videoarte, attraverso i generi artistici e le proposte innovative.

Scenari Europei porta in Abruzzo, a Pescara, le giovani compagnie che si sono distinte al prestigioso “Premio Nazionale Scenario – nuovi linguaggi per la ricerca”, di cui il Florian è tra i più attivi promotori, ed altrə artistə di diverse discipline.

Moltə dellə artistə e delle compagnie più interessanti nel panorama della ricerca contemporanea sono passatə attraverso il Premio Scenario, trovandovi un contesto di accoglienza e confronto e, in molti casi, l’opportunità che altrimenti non avrebbero avuto.

info

_info e prenotazioni 
392.0496655 (anche whatsapp) o 085.4224087
È consigliata la prenotazione

_biglietto intera serata 12€ 

dove

FLORIAN ESPACE
via Valle Roveto 39, Pescara

programma

gli spettacoli

Progetto Vincitore Premio Scenario Periferie 2025

Simpatici, accoglienti, morbide creature d’abbracciare: essere ciccioni è proprio triste. Lo sa bene O, ragazzo grasso che sogna di raggiungere Nauru, isola della Polinesia dove il 77% della popolazione è obesa, proprio come lui. Lo sa bene l’Attore, creatore di O, che lo scrive, dirige e interpreta col bruciante desiderio di occupare, con la sua ciccia, ogni spazio possibile e di guadagnare sul senso di colpa di chi, per quanto si sforzi, non riesce a non trovarlo un po’ diverso. La storia di due identità racchiuse in un corpo abbastanza grande da contenerle entrambe, ciascuna in viaggio verso la sua meta ideale, meta diversa ma, incredibilmente, identica: l’approdo estenuante e sicuro dell’accettazione.

MOTIVAZIONE DELLA GIURIA
Un corpo che irrompe, deciso, a farsi guardare. Non chiede il permesso: esiste. Prima ancora di raggiungere il palco, ci interroga. Quanti siamo a guardare? E soprattutto: con quali occhi? Questo gesto scenico diventa un atto politico e poetico insieme, un inno alla vita, all’esistenza, all’unicità irriducibile di ogni essere umano, al di là della sua rappresentazione. L’isola dei ciccioni felici trasforma la scena in specchio, domanda e visione, ricordandoci che ciascuno ha la sua Nauru. Attore e personaggio mescolano i loro percorsi nel solco di un testo costruito fra tracce biografiche e interviste, incarnando una polifonia di esperienze e testimonianze.

Andrea Mattei (Bologna)

di e con Andrea Mattei, movimenti di scena e tecnica Marta Vergani, voce Elena Cupidio, musiche iGerardePardiè, disegno luci Massimo Giordani

Duo composto da Martina Miceli, cantante solista in numerosi concerti, festival e spettacoli teatrali, tra cui Casa Sanremo Live Box, e che nel 2023 ha aperto il concerto di Manuel Agnelli allo Zoo Music Fest, e Riccardo Rossi, percussionista, batterista, arrangiatore e direttore d’orchestra, che ha collaborato con grandi nomi della musica come Ennio Morricone, Nicola Piovani, Renato Serio, Stefano Arnaldi e Beppe Vessicchio, ed è il batterista dei Demode – Depeche Mode Live Tribute, band apprezzata a livello nazionale. Sua la direzione dell’Orchestra giovanile 12 Note.

Nami’s duo (Pescara)

Martina Miceli
 voce, Riccardo Rossi pianoforte

Progetto vincitore Premio Scenario Stefano Cipiciani per il dispositivo scenico 2025

È giusto desiderare una nuova vita mentre il pianeta brucia, il mare si alza e il futuro si fa sempre più incerto? Dad or alive esplora il conflitto tra il desiderio di genitorialità e la paura di un domani ostile, tra l’istinto di trasmettere qualcosa di sé e il dubbio etico di aggiungere un’altra esistenza in un mondo in crisi. Storie, dati e confessioni si intrecciano in un viaggio fatto di parole, musica e corpi che diventano schermi segnati dal videomapping. Ecoansia, realizzazione personale, precarietà economica: la paura di non essere all’altezza. La paura che la vita che si sceglie di donare sia destinata a un’agonia climatica. Con una drammaturgia che fonde testi recitati e musica elettronica dal vivo, si dà voce a chi si chiede se diventare genitori sia ancora un sogno possibile o un peso insostenibile. Il ritmo incalzante della cassa scandisce il battito di chi non dorme, mentre parole e suoni si mescolano tra ironia e inquietudine, tra sogno e risveglio.

MOTIVAZIONE DELLA GIURIA
Di un conflitto si parla, per riflettere sulla complessità del proprio tempo. Il punto di partenza è una domanda, forse la domanda di sempre, primordiale, quando le ragioni delle crisi, delle catastrofi sovrastano l’impulso umano alla procreazione, fra ragione e sentimento, natura e cultura, valutazioni di opportunità e slanci dei sentimenti. Nei passaggi fra singolare e plurale, privato e pubblico, lo spettacolo si interroga sul desiderio e la paura di diventare genitori. Adulti che non possono o non riescono a garantire le migliori condizioni per crescere un figlio. Adulti che non hanno il tempo e le risorse da destinare alla cura dei nuovi figli del mondo. Adulti che non riescono a immaginare strade maestre o vie secondarie per accompagnare la crescita dei figli, da non intendere solo come eredità.Il dispositivo scenico si fonda sulla commistione fra il corpo delle parole e le risorse della musica che crea il giusto ritmo per non perdere la tensione e il contatto con la dimensione vocale. Una pressione ritmica che crea sollecitazioni continue, e incalza la tenuta percettiva dello spettatore.

BumBumFritz (Padova)

testi, musiche, video, regia e interpreti Giovanni Frison e Michele Tonicello

Progetto finalista Premio Scenario 2025

Tutto ha origine dal buio. Il buio come spazio vuoto da riempire. Il buio del ventre materno, della madre terra, della miniera. Nel buio di una camera oscura si sviluppano le fotografie di Mario Rinaldi, nonno dell’autore: Sulphur è un viaggio che ripercorre la storia dell’unico fotografo della Miniera di zolfo di Perticara, portando alla luce una realtà dimenticata. Perticara, la solfatara più grande d’Europa, offriva lavoro a migliaia di persone, a condizioni disumane e salari bassi. Per trent’anni, fino alla chiusura della miniera, Mario ha documentato ogni singolo evento del paese sotterraneo. Così, il materiale fotografico si fa motore dell’azione scenica, offrendoci uno spunto di riflessione profondo sulle condizioni di vita, di lavoro e sicurezza. Sulphur è la necessità di mantenere viva la memoria di una realtà tanto lontana quanto presente, di aprire un dialogo col pubblico, di restituire dignità a un materiale, dichiarato di interesse storico e culturale dal MiC nel 2011, che ancora oggi non ha pubblica sede.

La Gattuta/Rinaldi (Riccione)

di e con Marco Rinaldi, regia Chiara La Gattuta, sound designer Guido Tongiorgi

Isla, come un’isola felice dove tutto è possibile, che le ricorda chi è per fare musica con tutta la libertà immaginabile; Bonita, come il metodo Bonita degli studi classici per pianoforte. Nella musica semplice di Federica c’è il passato, gli anni di studio dietro la musica classica, il sudore, la fatica e la volontà, che sono gli unici elementi in grado di rendere reale un sogno o un’idea, ma anche un eco spagnolo che le permette di creare a più livelli quella visione della realtà che la circonda.

Isla Bonita (Pescara)

Federica Magistro voce e pianoforte

Progetto vincitore Premio Scenario 2025

Infinita bellezza è un esperimento teatrale che nasce dall’urgenza di ridefinire l’immaginario collettivo fortemente influenzato da bias culturali e linguistici, utilizzando l’ironia come strumento critico di decostruzione della realtà. Questa riflessione si traduce in un dispositivo scenico: un libretto consegnato al pubblico che diventa il motore narrativo dello spettacolo, generando un gioco continuo tra ciò che si legge e ciò che accade. Una guida che anticipa, distorce o sovverte gli eventi, stimolando una riflessione sul pregiudizio e sulla manipolazione delle aspettative, giocando sulla dialettica tra costruzione e decostruzione. L’immagine, la parola e il corpo dei performer si intrecciano con la presenza attiva del pubblico, in una ridefinizione dei ruoli. Una relazione fluida, dove la complicità si intreccia alle aspettative deluse o superate. Infinita bellezza, con sgraziata sincerità, è un manifesto politico-poetico di delicata rabbia.

MOTIVAZIONE DELLA GIURIA
Un dispositivo scenico analogico che coinvolge il pubblico in un gioco teatrale lieve e allo stesso tempo inquieto, a volte drammatico. Per ripensare e ridefinire l’immaginario collettivo prodotto in forma distorta da bias culturali e linguistici, Fondamenta Zero ricorre all’incontro con l’elemento materico del libro per porlo in relazione al pubblico che diventa complice di una narrazione stimolante e sorprendente. Una coraggiosa rinuncia al digitale in favore di un ritorno al contatto analogico che porta con sé il rischio dell’errore, un errare umano dialettico in grado di costruire e decostruire tematiche urgenti e costringere lo spettatore ad affrontare stereotipi e pregiudizi inconsapevoli. L’ironia che accompagna la ricerca di Infinita bellezza è destinata a togliere presto il suo velo rassicurante per mostrare orizzonti e prospettive sovvertite, nelle quali il sorriso è veicolo di riflessione e presa di coscienza di sé e dell’altro da sé, naturalmente imperfetti, infinitamente mutevoli.

Fondamenta Zero (Milano)

regia e drammaturgia Claudia Manuelli, con Claudia Manuelli e Aron Tewelde

“Is this Europe?” mette in scena l’analisi postdrammatica di due cavie umane immerse in una nascente Europa. Desideri, sogni, speranze, contraddizioni. Qual è il prodotto di tutto questo? Cosa rappresenta l’Europa che viviamo? Quattro contemporanei portano avanti questo esperimento chiedendosi cosa abbia ancora senso. Ianua Coeli Linhart è attrice e autrice, nasce a Roma nel ’95 da madre italiana e padre ceco, cresce in un ambiente artistico tra le città di Napoli e Praga. Attualmente vive a Roma dove conduce un laboratorio teatrale presso La Scatola dell’Arte.

Ianua Coeli Linhart (Roma/Praga)

drammaturgia e regia Ianua Coeli Linhart; con Victoria Blondeau, Ianua Coeli Linhart, Anita Martorana, Marco Selvatico; uno spettacolo di collettivo primaparola, residenza produttiva carrozzerie | n.o.t.

Giovane musicista ucraina, fin dall’infanzia ha coltivato l’amore e la passione per la musica. Ha studiato presso la scuola di musica di Zastavna dove ha cominciato a comporre i suoi primi brani. Scenari Europei presenta la sua prima esibizione in Italia.

Olga Lysiuk pianoforte (Pescara/Ucraina)

Progetto finalista Premio Scenario 2025

Il progetto nasce dall’incontro con la Poetry Slam: il brivido che si prova è quello del bambino che sale sulla sedia durante il pranzo di Natale per dire la poesia che ha imparato. La differenza è che la poesia, in questo caso l’ha scritta lui. Il desiderio di essere visto e la paura di essere giudicato sono due forze opposte, che vibrano in lui e lo fanno tremare di eccitazione e terrore. L’artista, l’essere umano, per sua natura, è sempre sotto giudizio? Il suo destino è quello di continuare a inseguire ciò che teme di più? L’artista ricostruisce il suo eterno tribunale interiore, di cui il pubblico è parte integrante, mentre lui è imputato e giudice, attacco e difesa, vittima e carnefice. Esiste una dimensione di libertà dal giudizio, un non luogo, un non tempo, in cui l’esistenza si faccia poesia, in cui contemplare parole a fondo perduto?

Puteca Celidonia (Napoli)

di e con Emanuele D’Errico, musiche originali Tommy Grieco e Gianluigi Montagnaro, spazio scenico Rosita Vallefuoco, aiuto regia Gianluigi Montagnaro

Tutte le sere dopo gli spettacoli

a cura di Massimo Vellaccio, membro del direttivo e dell’Osservatorio critico del Premio Scenario
con la partecipazione di Paolo Verlengia, critico e studioso di teatro.

Il festival Scenari Europei ha celebrato quest’anno la sua decima edizione, soglia “storica” che per un festival teatrale rappresenta forse il raggiungimento della maggiore età, il raccolto di una messe artistica che può essere ripercorsa in retrospettiva e fornire indicazioni sull’evoluzione del teatro contemporaneo. Un festival ideato da Florian Metateatro una decade fa – per l’appunto – con l’intento di dedicare uno specifico spazio d’espressione ai nuovi talenti delle arti performative. [...]

trailer_venerdì 26 settembre 2025

trailer_sabato 27 settembre 2025

trailer_domenica 28 settembre 2025

Scenari Europei
un giovane festival
2025

direzione artistica
 Giulia Basel, Massimo Vellaccio, Alessandro Vellaccio | staff
 Emanuela D’Agostino, Umberto Marchesani, 
Cristiana Di Giovanni, Anna Paola Vellaccio, Marta Neri | direttore tecnico Fabrizio Paluzzi | collaborazione tecnica Fabrizio Pronio | ufficio stampa Cecilia Buccioni | coordinamento comunicazione Chiara Sanvitale | foto e social media Mara Patricelli | responsabile video Alessio Tessitore | progetto grafico Clarice | 2025 
decima edizione

via Valle Roveto 39, Pescara – 65124 | tel: 085.4224087 o 392.0496655 | email: info@florianteatro.it